- Vaccinazioni per i soggetti ad alto rischio

Le vaccinazioni erano considerate fino a non molti anni fa misure preventive da riservare alla popolazione in età pediatrica, nella quale si verificavano tradizionalmente la maggior parte dei casi di malattie verso le quali l’immunizzazione era diretta.

Lo scenario epidemiologico è oggi radicalmente mutato. Mentre il mantenimento di elevate coperture nei bambini continua a garantire il controllo delle più pericolose malattie in età infantile, l’incremento della speranza di vita verificatosi nel nostro Paese negli scorsi decenni ha importanti conseguenze:
1. la più lunga sopravvivenza di pazienti con malattie croniche (cardiopatie, broncopneumopatie, patologie metaboliche, dell’apparato uropoietico, patologie neoplastiche e condizioni di immunosoppressione, etc.), i quali sono più soggetti a complicanze gravi da malattie infettive, e la cui cura in caso di complicanze infettive prevenibili rappresenta peraltro un notevole impegno anche in termini di risorse umane ed economiche
2. la possibilità che, nelle età avanzate, si riduca progressivamente l’immunità acquisita nell’infanzia dopo infezioni contratte naturalmente o dopo vaccinazione, anche per la riduzione o la mancanza dei cosiddetti ”booster naturali”, conseguenza questa del successo delle vaccinazioni nel controllare la diffusione delle infezioni in età pediatrica
3. l’estensione dell’età in condizioni di buona salute anche a soggetti che un tempo, solo raramente, potevano dedicarsi ad attività lavorative o di tempo libero molto al di là dell’epoca del pensionamento
Per questi motivi, al fine di garantire alla popolazione generale condizioni di vita per quanto possibile in ottimo stato di salute fino ad età avanzate, e per consentire la protezione da gravi complicanze infettive in malati cronici, risulta opportuno fornire nel presente documento indicazioni univoche in merito alle vaccinazioni indicate in ogni età per i soggetti appartenenti a gruppi a maggior rischio di ammalare, di avere gravi conseguenze in caso di malattia oppure di trasmettere ad altri la malattia stessa.
Particolare attenzione va posta per il potenziamento della rilevazione delle coperture vaccinali nelle popolazioni a rischio con conseguente definizione dei denominatori da utilizzare per il calcolo di tali coperture.

Vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia
In accordo con il Piano nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita, si raccomanda che la vaccinazione sia attiva e gratuita per tutti gli adulti non immuni anche per una sola delle tre malattie oggetto della vaccinazione. I soggetti adulti non immuni devono essere vaccinati in tutte le occasioni opportune.
Al fine di ridurre il rischio di casi di rosolia in gravidanza e di rosolia congenita, deve essere proposta la vaccinazione a tutte le donne in età fertile che non hanno una documentazione di vaccinazione o di sierologia positiva per rosolia (procrastinando la possibilità di intraprendere una gravidanza per 1 mese); nello specifico, devono essere approntati specifici programmi per vaccinare:
le puerpere e le donne che effettuano una interruzione di gravidanza senza evidenza sierologica di immunità o documentata vaccinazione
tutte le donne suscettibili esposte ad elevato rischio professionale (scuole)
tutti gli operatori sanitari suscettibili.

Vaccinazione contro la varicella
Si raccomanda che la vaccinazione sia offerta ai seguenti gruppi di popolazione, elencati in ordine di priorità:
- adolescenti suscettibili (11-18 anni)
- persone suscettibili, che vivono con immunodepressi, quali persone con AIDS o altre manifestazioni cliniche dell’infezione da HIV, neoplasie che possano alterare i meccanismi immunitari con deficit dell’immunità cellulare, o con ipogammaglobulinemia, disgammaglobulinemia o in trattamento con farmaci immunosoppressori di lunga durata.
- persone senza precedenti di varicella con patologie ad elevato rischio quali: leucemia linfatica acuta in remissione, insufficienza renale cronica, patologie per le quali è programmato un trapianto d’organo, infezione da HIV senza segni di immunodeficienza e con una proporzione di CD4 ≥ 200/mL).
donne in età fertile senza precedenti di varicella; la vaccinazione va praticata procrastinando la possibilità di intraprendere la gravidanza per 3 mesi.
- persone suscettibili che lavorano in ambiente sanitario. Prioritariamente la vaccinazione dovrebbe essere eseguita dal personale sanitario che è a contatto con neonati, bambini, donne gravide o con persone immunodepresse.
- lavoratori suscettibili che operano nei seguenti ambienti (in ordine di priorità): asili nido, scuole materne, scuole primarie, scuole secondarie.

Vaccinazione anti-influenzale
È raccomandata per le categorie di soggetti indicate annualmente dalla Circolare emanata dal Ministero della salute (vedi elenco).

Vaccinazione contro l’epatite A
Il vaccino deve essere offerto alla popolazione adulta secondo indicazioni cliniche, epidemiologiche, comportamentali o occupazionali.

Indicazioni cliniche: soggetti con epatopatia cronica e soggetti riceventi concentrati di fattori della coagulazione.
Indicazioni comportamentali: omosessuali maschi e soggetti che fanno uso di droghe.
Indicazioni occupazionali: soggetti che lavorano a contatto con primati infettati dal virus dell’Epatite A (HAV) o con HAV in strutture laboratoristiche.
Indicazioni epidemiologiche: bambini da 0 a  6 anni, figli di immigrati, che si recano in Paesi endemici o residenti in aree a rischio endemico.

Vaccinazione contro l'epatite B
Oltre alla vaccinazione di tutti i nuovi nati prevista nel calendario vaccinale, per la quale non vi sono dosi di richiamo (booster), si raccomanda l’offerta gratuita ai seguenti soggetti mai vaccinati:
- conviventi e contatti, senza limiti di età, di persone HBsAg positive
- pazienti politrasfusi, emofilici, emodializzati e uremici cronici per i quali si prevede l’entrata in dialisi
- vittime di punture accidentali con aghi potenzialmente infetti
- soggetti affetti da lesioni croniche eczematose o psoriasiche della cute delle mani
- detenuti negli Istituti di prevenzione e pena
- persone HIV+
- persone con patopatia cronica in particolare HCV correlata
- persone che si rechino per motivi di lavoro in aree geografiche ad alta endemia di HBV
- soggetti dediti alla prostituzione, tossicodipendenti, omosessuali maschi
- personale sanitario di nuova assunzione nel Servizio sanitario nazionale e personale del Servizio sanitario nazionale già impegnato in attività a maggior rischio di contagio e segnatamente che lavori in reparti di emodialisi, rianimazione, oncologia, chirurgia generale e specialistica, ostetricia e ginecologia, malattie infettive, ematologia, laboratori di analisi, centri trasfusionali, sale operatorie, studi dentistici, medicina legale e sale autoptiche, pronto soccorso, assistenza sanitaria nelle carceri
- soggetti che svolgono attività di lavoro, studio e volontariato nel settore della sanità
- addetti al soccorso e al trasporto di infortunati e infermi
- personale di assistenza in centri di recupero per tossicodipendenti
- donatori di sangue appartenenti a gruppi sanguigni rari
- personale ed ospiti di istituti per portatori di handicap fisici e mentali
- personale addetto alla lavorazione degli emoderivati
- personale religioso che svolge attività nell'ambito dell'assistenza sanitaria
- personale della Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo degli agenti di custodia, Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco, Comandi Municipali dei Vigili Urbani
- addetti alla raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti.

Vaccinazione anti-meningococcica
Oltre alla vaccinazione prevista nell’età evolutiva (a 13-15 mesi e nell’adolescenza), per la quale allo stato attuale non è prevista una dose di richiamo (booster), si raccomanda l’identificazione e l’immunizzazione, con vaccino antimeningococco coniugato , dei soggetti a rischio di infezione invasiva meningococcica perché affetti dalle seguenti patologie o per la presenza di particolari condizioni di vita:
- talassemia e anemia falciforme, asplenia funzionale o anatomica
- condizioni associate a immunodepressione (come trapianto d’organo o terapia antineoplastica, compresa la terapia sistemica corticosteroidea ad alte dosi)
- diabete mellito tipo 1
- insufficienza renale con creatinina clearance <30 ml/min
- infezione da HIV
- immunodeficienze congenite
- malattie epatiche croniche gravi
- perdita di liquido cerebrospinale
- difetti congeniti del complemento (C5-C9)
- difetti dei toll like receptors di tipo 4
- difetti della properdina

Vaccinazione anti-meningoencefalite da zecca (TBE)
La vaccinazione è raccomandata per la popolazione residente in aree a rischio (valutando la situazione epidemiologica) e soggetti professionalmente esposti.

Vaccinazione anti-pneumococcica
La vaccinazione è consigliata ai soggetti di qualsiasi età a rischio di contrarre la malattia per la presenza di patologie o condizioni predisponenti:
- cardiopatie croniche
- malattie polmonari croniche
- cirrosi epatica, epatopatie croniche evolutive da alcoolismo
- diabete mellito, in particolare se in difficile compenso
- fistole liquorali
- anemia falciforme e talassemia
- immunodeficienze congenite o acquisite
- asplenia anatomica o funzionale
- leucemie, linfomi, mieloma multiplo
- neoplasie diffuse
- trapianto d’organo o di midollo
- immunosoppressione iatrogena clinicamente significativa
- insufficienza renale cronica, sindrome nefrosica
- HIV positivi
- portatori di impianto cocleare.

Il vaccino polisaccaridico 23 valente non coniugato è sconsigliato al di sotto dei 2 anni di età per la scarsa capacità immunizzante di questo vaccino in tale fascia d’età.
Il vaccino 13 valente coniugato non è attualmente indicato al di sopra dei 5 anni di età, ma è attesa l’estensione all’età adulta.

Vaccinazione anti haemophilus influenzae tipo b
La vaccinazione viene offerta attivamente a tutti i nuovi nati.
E’ consigliata ai soggetti di qualsiasi età a rischio di contrarre forme invasise da HIB per la presenza di patologie o condizioni predisponenti:
- asplenia anatomica o funzionale
- soggetti trapiantati di midollo
- soggetti in attesa di trapianto di organo solido
- immunodeficienze congenite o acquisite (es. deficit di IgG2, deficit di complemento,immunosoppressione da chemioterapia, HIV positivi)