Risonanza magnetica guasta: i chiarimenti della Assl

risonanza magnetica
Mai stata a rischio l’incolumità dei paziente e degli operatori. I tecnici sono al lavoro per il ripristino del macchinario

ORISTANO, 18 SETTEMBRE 2018 – In merito alle notizie comparse su alcuni organi di stampa relative al guasto della risonanza magnetica installata presso l’Unità operativa di Radiologia dell’ospedale San Martino di Oristano, avvenuto nella notte di mercoledì 12 settembre, si precisa che, contrariamente a quanto scritto, non si è verificata nessuna esplosione, né alcun incendio e non è mai stata a rischio l’incolumità di pazienti o operatori sanitari. Per cause che sono attualmente al vaglio della casa costruttrice, l’elio liquido contenuto nella risonanza, trasformandosi in gassoso, ha prodotto un boato per via della pressione e creato una condensa biancastra che è stata espulsa all’esterno senza provocare alcun danno ambientale.

Si è trattato di un incidente possibile e non infrequente per una risonanza magnetica, per il quale sono studiati – e nel caso del San Martino hanno funzionato alla perfezione – dei precisi sistemi di allarme e di sicurezza.

Va chiarito che, se anche l’incidente fosse accaduto di giorno o comunque in presenza di pazienti e operatori, non ne avrebbe messo in pericolo l’incolumità in quanto esistono dei protocolli finalizzati proprio a garantirne la sicurezza anche nel caso in cui questo tipo di malfunzionamenti si verifichi in presenza di persone, mentre la macchina è in funzione.

La Ats-Assl Oristano ha chiesto l’intervento immediato della ditta addetta alla manutenzione, la quale si sta adoperando per il ripristino della risonanza magnetica nel minor tempo possibile e che, una volta reperiti i materiali necessari, provenienti dall’estero, la rimessa in funzione della macchina potrà essere effettuata nel giro di pochi giorni.

Quanto alla seconda risonanza magnetica presente al San Martino, si chiarisce che si tratta di una macchina obsoleta, collaudata nel 2002, fuori produzione, per cui non esiste più la possibilità di effettuarne la manutenzione e reperire pezzi di ricambio e ciò la rende di fatto inservibile. Stupisce che alcuni rappresentanti sindacali, pur lavorando in Radiologia, ignorino queste problematiche e ne continuino a reclamare la rimessa in funzione. Peraltro quasi tutti gli ospedali sardi lavorano con una sola risonanza magnetica, trattandosi di macchinari estremamente sofisticati e costosi.
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