Artefice: una grande festa per i 40 anni della legge Basaglia

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A Oristano poesia, musica e arti grafiche per raccontare i frutti della norma che rivoluzionò il mondo della psichiatria in Italia

ORISTANO, 11 LUGLIO 2018 – «Avete segnato un percorso importante per chi fino ad oggi trovava una risposta ai problemi di salute mentale nella cronicizzazione e nell’istituzionalizzazione della malattia: grazie a questo percorso, oggi chi convive con il disagio psichico può avere la speranza di una guarigione». Con queste parole l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru ha ringraziato gli operatori del Dipartimento di Salute mentale e dipendenze della Ats-Assl Oristano, che venerdì 6 luglio nel giardino della libreria Librid di Oristano hanno promosso insieme ai pazienti e alla cooperativa Ctr Primavera di Santa Giusta la manifestazione ‘Artefice’. «Voi, operatori e utenti, siete artefici – ha aggiunto l’assessore riprendendo il titolo dell’evento – di questa rivoluzione, una rivoluzione partita 40 anni fa nel chiuso di un palazzo e che oggi è diventata pratica comune».

Gli strumenti della ‘rivoluzione’ sono stati raccontati dal direttore della Ats-Assl Oristano Mariano Meloni, che si è associato all’assessore nel ringraziare gli operatori del Dipartimento di Salute mentale e dipendenze per il prezioso lavoro svolto e per i risultati ottenuti nell’inclusione sociale delle persone svantaggiate, e dal direttore dello stesso Dipartimento Gianfranco Pitzalis, che ha ricordato l’impegno in diversi progetti pionieristici: dalla trasmissione radio ‘Fuori di Hertz’, ideata e condotta da utenti dei Centri di salute mentale sulle frequenze di Radio Cuore alla vittoria di tre calciatori oristanesi ai mondiali di calcio a cinque per persone con problemi di salute mentale ‘Dream World Cup 2018’. Filippo Bartolomeo, educatore del Dipartimento e organizzatore della manifestazione ‘Artefice’, ha ripercorso l’esperienza dell’agricoltura sociale, altro prezioso strumento attraverso cui superare il disagio e inserire i soggetti svantaggiati nel mondo del lavoro: un’esperienza che ha visto la collaborazione di più istituzioni e che oggi si sta rivelando come uno dei settori più promettenti in termini di inclusione sociale.

I veri protagonisti e ‘artefici’ della manifestazione sono stati però i pazienti, che hanno letto le poesie da loro composte, cantato e suonato brani di Bob Dylan, Lucio Battisti, John Lennon, esposto opere grafiche da loro realizzate nei più diversi stili. Forme artistiche differenti – poesia, musica, pittura – utilizzate come una terapia, per esprimere i propri sentimenti ed emozioni, per comunicare se stessi agli altri, per abbattere lo stigma che ruota intorno alla malattia psichica. Forme artistiche da cui è emersa una profonda sofferenza – soprattutto per il distacco dalla famiglia d’origine, dai propri figli – ma anche la speranza di un futuro migliore ed un forte senso di comunità che lega operatori e pazienti.

«Il nostro impegno non si ferma qui – hanno spiegato i responsabili dell’iniziativa – abbiamo altri progetti in cantiere e vogliamo valorizzare queste opere, in particolare le poesie, perché non solo hanno un valore artistico in sé, ma possono servire a comprendere e a superare i pregiudizi nei confronti di chi, pur con problemi di salute mentale, ha diritto a vivere pienamente la propria vita».
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