Agricoltura sociale, terapia e occasione di sviluppo

agricoltura sociale
ORISTANO, 23 MARZO 2018 – Creare una rete di istituzioni, associazioni e privati che diano gambe e fiato all’agricoltura sociale, per farne un’occasione di inclusione per i soggetti svantaggiati. E’ quanto emerso dal convegno ‘L’agricoltura sociale per un welfare generativo’, organizzato ieri a Oristano dal Dipartimento di salute mentale e dipendenze della Ats-Assl Oristano. Una Assl che, come ha sostenuto in apertura il direttore Mariano Meloni, ha creduto da subito in questa attività.

I primi passi sono stati mossi nel 2015 con il progetto ‘Alta Marmilla… Ritorno alla terra’ che ha coinvolto 24 utenti del Centro di Salute Mentale di Ales, ospitati per sei mesi da quattro fattorie didattiche nei Comuni di Sini, Turri, Gesturi e Genoni dove, con il supporto di tutor, educatori e psicologi, hanno seguito laboratori e attività di orto-terapia, affiancando i titolari delle aziende agricole nella cura della terra e degli animali. Un’esperienza, questa, che si è rivelata a tutti gli effetti terapeutica e riabilitativa: «Per i partecipanti al progetto è stata evidenziata una riduzione della terapia farmacologica e psicoterapeutica – ha spiegato Filippo Bartolomeo, operatore del Csm di Ales che ha seguito il progetto ‘Ritorno alla terra’ - ed abbiamo rilevato che anche i soggetti normalmente più refrattari hanno partecipato con entusiasmo alle attività e sono usciti dal guscio del loro isolamento». Dopo il primo risultato – far stare meglio le persone con disagio – ora il Dipartimento di Salute mentale e dipendenze dell’Ats-Assl Oristano punta a raggiungerne un altro: l’inclusione sociale e lavorativa. «Oggi i nostri utenti hanno delle professionalità da spendere – ha proseguito Bartolomeo – e per questo vorremmo dare continuità al percorso intrapreso costruendo una rete di soggetti che abbraccino istituzioni, associazioni, aziende agricole, per rendere stabile, non occasionale, questa esperienza.»

L’agricoltura sociale, come ha affermato il referente di Laore Francesco Sanna, ha forti prospettive di crescita in Sardegna, dove l’agenzia regionale per lo sviluppo rurale sta promuovendo corsi formativi sui territori proprio in questo settore. Un settore che ha le potenzialità per generare – accanto al benessere e alla salute – anche ricchezza, sviluppo e occupazione. A testimoniarlo è la fortunata esperienza della rete Fa.In.A.S. (Fare Insieme Agricoltura Sociale), rappresentata da Michele Ruiu, che oggi mette insieme 14 aziende in cui sono assunti ex detenuti, tossicodipendenti, diversamente abili. Spinge in questa direzione anche la Regione Sardegna, che con il Psr (piano di sviluppo rurale), ed in particolare con la sottomisura 16.9, come illustrato da funzionario dell’Assessorato regionale dell’Agricoltura Nicola Sassu, incentiva la creazione di reti formate da imprese agricole, enti pubblici, cooperative e associazioni che promuovano attività di agricoltura sociale. Sensibili al tema anche i Comuni che - l’esempio è stato portato dal sindaco di Sennariolo Gianbattista Ledda - stanno iniziando a recuperare le terre inutilizzate per sperimentare programmi di agricoltura sociale.
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