Mostra fotografica 'Immagina il diabete'

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All’ospedale San Martino di Oristano esposizione organizzata dall’Aniad sui risvolti psicologici della malattia.

ORISTANO, 20 MARZO 2018 – Nove scatti che raccontano, passo dopo passo, cosa significa e come ci si sente a convivere con una malattia cronica, spesso diagnosticata in giovane età, che li accompagnerà per tutta la vita. La mostra fotografica ‘Immagina il diabete’, organizzata dall’Aniad (Associazione Nazionale italiana Atleti diabetici) e allestita per una settimana nell’androne posteriore al piano terra dell’ospedale San Martino di Oristano, ripercorre le emozioni vissute dalle persone con diabete, dal trauma della diagnosi fino a una consapevole accettazione, passando per una fisiologica fase di smarrimento e rifiuto. A scandire le tappe di questo percorso sono le immagini poetiche del fotografo Benedetto Mameli, 28 anni, 18 dei quali trascorsi accanto al ‘suo’ diabete, e i testi di Laura Atzeni, 20 anni, diabetica da quando ne aveva 9, che danno voce alle emozioni e ai pensieri delle persone affette dalla malattia. I modelli sono Sara Melis, 18 anni, che si definisce una ‘diabetica convinta’, e Alberto Grussu, 17 anni, che definisce la malattia ‘un fratello che mi ha regalato momenti molto belli’.

Il progetto ‘Immagina il diabete’, come spiegano gli autori, è nato dall’esigenza di far capire a chi non ha la malattia di cosa si tratta e come si vive, e allo stesso tempo, far comprendere a chi ne è affetto che riuscendo ad accettarla e rispettarla può diventare «una compagna di vita dalle sfaccettature positive».

«Ospitiamo con piacere questa mostra – spiegano dall’equipe di Diabetologia Ats-Assl Oristano, coordinata dal dottor Gianfranco Madau – perché questo racconto per immagini è la testimonianza di quanto sia importante saper accettare il diabete, imparare a conviverci, a non averne paura e a non nasconderlo». Oggi, come testimoniano molte esperienze dei pazienti, sono ancora molte le persone che nascondono la malattia a scuola, negli ambienti di lavoro, persino in ambito familiare. «I quattro giovani autori di questo progetto – proseguono da team di Diabetologia – non hanno avuto paura di mettersi a nudo, e ci auguriamo che il loro messaggio sia di stimolo per altre persone, perché avere il diabete non è una colpa o una vergogna e saperci convivere serenamente, oggi che anche dal punto di vista terapeutico sono stati compiuti enormi progressi, significa avere una migliore qualità della vita».
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