Oristano protagonista dell'innovazione nella gestione del diabete

impianto microchip diabete
I diabetologi dell’ospedale San Martino hanno impiantato il primo sensore sottocutaneo per il monitoraggio continuo della glicemia su due pazienti con diabete.

ORISTANO, 26 GIUGNO 2017 – Due pazienti oristanesi hanno beneficiato di un’importante innovazione nella gestione del diabete. Il dott. Gianfranco Madau e la dott.ssa Maria Maddalena Atzeni del Servizio di Malattie metaboliche e diabetologia della Assl di Oristano hanno eseguito con successo in due pazienti con diabete l’impianto del primo sensore per il monitoraggio continuo della glicemia (CGM). Il sensore è progettato per la rilevazione dei valori di glucosio nel sangue fino a 90 giorni senza necessità di sostituzione ogni settimana e non necessita di alcun ago che lo colleghi al trasmettitore ricaricabile, che è interamente rimovibile in modo semplice e senza rischi ed è quindi compatibile con qualsiasi tipo di attività.

L'intervento
«Il sistema è stato inserito durante una seduta ambulatoriale di pochi minuti. È bastata un’incisione millimetrica nella parte superiore del braccio per l’inserzione del sensore a livello sottocutaneo e l’impianto è stato eseguito in anestesia locale - commenta il responsabile del Servizio di Malattie Metaboliche e Diabetologia della Assl di Oristano Gianfranco Madau - Siamo molto soddisfatti di come è andato l’intervento e dei primi feedback ricevuti dai pazienti che lo stanno utilizzando. E’ un importante passo avanti per poter ottenere risultati clinici ottimali e migliorare la qualità di vita dei pazienti stessi».

Il sistema invia allarmi, avvisi e notifiche relativi ai valori del glucosio visibili in qualsiasi momento sull’app che il paziente può scaricare sul proprio cellulare. Il trasmettitore attraverso suoni e vibrazioni avvisa l’utilizzatore quando i livelli di glucosio raggiungono valori troppo elevati o troppo bassi grazie alla presenza di un algoritmo predittivo che avverte il paziente preventivamente di probabili episodi di ipo o iperglicemia.

Il microchip sottocutaneo permetterà un cambio di paradigma nella gestione del diabete, in quanto consentirà di ottimizzare il controllo metabolico, con positive ricadute sulla qualità della vita del singolo paziente e sui livelli generali di salute pubblica. Oggi il tasso di ospedalizzazione per diabete non controllato nella regione Sardegna rappresenta il 23,15%, dato di gran lunga superiore alla media nazionale. Per questo si è scelto di investire in una tecnologia che migliora la gestione del diabete prevenendo, attraverso il nuovo sensore impiantabile, le situazioni di rischio.


I dati sul territorio
Un’innovazione tanto più importante in un territorio, come quello oristanese, dove il Servizio di Malattie metaboliche e Diabetologia della Ats-Assl di Oristano segue 6.400 diabetici di tipo 2 e 600 diabetici di tipo 1, per un totale di circa 7.000 pazienti. Ogni anno nella sola provincia vengono diagnosticati circa 500 nuovi casi di diabete tipo 2 e 30 nuovi casi di diabete di tipo 1. Quest'ultimo, nel nostro territorio ha un'incidenza sei volte superiore rispetto alla media nazionale.

Ma i dati ufficiali rivelano solo una parte del fenomeno, perché esiste ancora una larga fetta di popolazione (un diabetico su tre, secondo alcuni studi) a cui la malattia non viene diagnosticata. Si stima che complessivamente, le persone affette da diabete in provincia di Oristano rappresentino circa il 6% della popolazione, ovvero circa 9.200 di tipo 2 e circa 800 di tipo 1, compresi quelli in età pediatrica. La mancata diagnosi della malattia rappresenta un rischio perché i soggetti che non sanno di aver sviluppato questa patologia, continuano ad adottare stili di vita scorretti e possono incorrere con maggior probabilità in complicanze o conseguenze drammatiche. Dallo screening promosso nel 2011 dall'allora Asl di Oristano è emerso che, su un campione di circa 6.000 persone, l'81% ha un alto rischio di sviluppare il diabete nei prossimi 10 anni. Pressione alta, familiarità, sedentarietà, obesità e sovrappeso sono i maggiori fattori di rischio, spesso prevenibili attraverso l'adozione di stili di vita corretti.
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