Vaccinazioni in età pediatrica: percentuali in ascesa nell'oristanese

vaccino
In controtendenza con il dato nazionale, è in aumento il numero dei piccoli a cui viene somministrato il vaccino.

ORISTANO, 12 OTTOBRE 2016 – È una buona notizia quella che arriva dal convegno “Malattie infettive e vaccini”, organizzato dal Servizio di Igiene Pubblica della ASL 5 lo scorso sabato 8 ottobre all'ospedale “San Martino” di Oristano: la percentuale delle vaccinazioni in età pediatrica nella nostra provincia è in continua ascesa. Un risultato ancora più positivo se si considera che il trend è in assoluta controtendenza con i dati nazionali, dove si registra un allarmante calo delle vaccinazioni, scese addirittura sotto la soglia di guardia del 95%.

Ad illustrare le percentuali sulle coperture vaccinali nel nostro territorio ad una folta platea di pediatri di libera scelta, ospedalieri, consultoriali, è stato il responsabile dei Servizi vaccinali della ASL 5 Antonio Serra, responsabile scientifico del convegno, che ha messo a confronto i dati relativi ai nati negli anni 2011, 2012, 2013 (ultimo anno su cui è possibile fare una rilevazione a ventiquattro mesi di distanza), evidenziando come nell'arco del triennio l'andamento delle vaccinazioni sia in costante ascesa.

Nel 2013, infatti, la percentuale di bambini sottoposti al vaccino esavalente (contro poliomielite, difterite, tetano e pertosse, epatite B e haemophilus B, un batterio che provoca la meningite), si è attestata al 99,04%, mentre l'anno precedente era stata del 97,63% e due anni prima del 97,3%. Nello stesso 2013 il 98,46% dei piccoli è stato vaccinato contro il PCV (pneomococco), mentre nel 2012 era stato del 96,49% e nel 2011 era stato del 96,2%.

«Si tratta di percentuali estremamente positive – commenta il dottor Serra - perchè abbiamo superato la soglia del 95%, raccomandata dall'Organizzazione Mondiale della sanità per raggiungere la cosiddetta “immunità di gregge”, ovvero il livello in cui la circolazione del virus o del batterio è drasticamente abbattuta». Una soglia, quella del 95%, che come emerge dai dati recentemente pubblicati dal Ministero della Salute, a livello nazionale non è stata raggiunta, attestandosi intorno al 93% per i vaccini contro polio, difterite, tetano, pertosse, epatite B e haemophilus B.

A sorprendere positivamente sono anche i dati sulle cosiddette “vaccinazioni raccomandate” nel territorio della ASL 5, dove l'antidoto per la prevenzione di morbillo, parotite e rosolia è stato somministrato all'87,53% dei piccoli nel 2012, mentre l'anno successivo è salito al 93,28%; quello per la varicella nel 2012 aveva interessato l'80,52% dei bambini, mentre nel 2013 ha guadagnato oltre 10 punti percentuali, balzando al 92,52%. Infine la copertura del meningococco C è passata nello stesso biennio 2012-2013 dal 79,28% all'82,16%.

Di contro, la percentuale nazionale sui nati nel 2013 è stata dell'85% per morbillo, parotite, rosolia, del 76% per il menigococco C, e addirittura del 30% per la varicella, registrando un costante calo negli anni, che ha spinto il Ministero della Salute a mettere in guardia sulla probabile ricomparsa di focolai epidemici di malattie non ancora debellate.

Ma perchè è importante raggiungere la soglia del 95%? «Se almeno questa percentuale di popolazione è vaccinata - spiega il dottor Serra - si proteggono indirettamente le persone che per motivi di salute, allergie o malattie autoimmuni, non si sono potute vaccinare e sono esposte a gravi rischi sanitari. Più in generale, una vaccinazione capillare ed estesa permette di eradicare malattie che, pur apparentemente “innocue”, come morbillo, parotite o rosolia, possono comportare gravi complicanze sulla salute di un individuo».

È importante ricordare che grazie ai vaccini sono quasi scomparsi il tetano, la poliomielite, la difterite e sono state notevolmente ridotte malattie virali come l'epatite B, il morbillo, la rosolia, la parotite e le malattie batteriche come la meningite. Con la riduzione della circolazione di queste patologie, è calata la percezione dei rischi e delle complicanze legati a queste. Di contro, grazie alla cassa di risonanza del web, si sono fatti spazio i movimenti antivaccino, che diffondono messaggi privi di alcun fondamento scientifico, come la presunta correlazione tra vaccini e autismo, ampiamente smentita ma ancora circolante.

«Per questo – conclude il responsabile dei Servizi vaccinali della ASL 5 – è importante che i genitori, di fronte alla scelta dei vaccini, non si affidino al passaparola ma consultino i professionisti del settore per chiarire tutti i propri dubbi, in primo luogo ai pediatri di libera scelta, ma anche a quelli ospedalieri o dei Consultori familiari, o agli stessi medici dei servizi vaccinali, che sono a disposizione per fornire tutte le informazioni necessarie per arrivare a una decisione obiettiva e ponderata».

Se poi il richiamo del web è irresistibile, è consigliabile fidarsi solamente di siti accreditati, come www.vaccinarsi.org, sito della Società Italiana di Igiene, che offre con un linguaggio semplice e chiaro tutte le informazioni sul tema.
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