Bosa, presentato il progetto delle cure primarie

All'incontro hanno partecipato l'Assessore regionale della Sanità Luigi Arru e il Direttore Generale dell'Assessorato della Sanità Giuseppe Maria Sechi.

ORISTANO, 20 APRILE 2015 – Un nuovo modello di organizzazione delle cure primarie basato su un approccio multidisciplinare del paziente e sull'integrazione delle prestazioni sanitarie e sociali per assicurare una più efficace ed efficiente presa in carico dei bisogni di salute della popolazione. E' quanto è emerso dal tavolo di lavoro tenutosi lo scorso sabato 18 aprile all'ospedale Mastino di Bosa, dove partirà il progetto sperimentale delle cure primarie, primo in Sardegna, volto all'integrazione delle attività sanitarie fra ospedale e territorio. All'evento hanno partecipato medici di medicina generale, specialisti ambulatoriali, medici di continuità assistenziale e pediatri di libera scelta. Presenti anche l'assessore regionale della Sanità Luigi Arru e il Direttore Generale dell'Assessorato della Sanità Giuseppe Maria Sechi.

L'incontro è stato aperto dai saluti del Commissario Straordinario della ASL di Oristano Maria Giovanna Porcu che ha presentato il piano di riqualificazione dei servizi sanitari della Asl di Oristano previsto dalla regge regionale n 23 e approvato lo scorso 30 marzo sentita la Conferenza socio-sanitaria. La dottoressa Porcu ha evidenziato come la provincia di Oristano risenta di un indice di vecchiaia superiore alla media regionale, con punte più alte nel distretto di Ghilarza-Bosa: «Un andamento demografico – ha spiegato il Commissario – che comporta l'aumento delle patologie croniche e delle disabilità. Da qui nasce la necessità di sperimentare un nuovo modello di organizzazione delle cure primarie capace di migliorare la qualità della vita dei pazienti più fragili». Un modello che non vuole essere calato dall'alto ma che nasce dal basso attraverso il coinvolgimento dei professionisti. «Crediamo – aggiunge il Commissario - che la chiave di volta per il cambiamento nell’organizzazione e nell’erogazione dei nostri servizi sia rappresentata dai professionisti».

Collegato a questi temi è stato l'intervento dell'Assessore regionale della Sanità Luigi Arru che ha sottolineato come le risorse umane rappresentino la parte fondamentale del sistema sanitario e del Direttore Generale dell'Assessorato della Sanità Giuseppe Maria Sechi che ha evidenziato che per maturare un nuovo modello delle cure primarie occorre supportare e valorizzare le sperimentazioni già in essere nel territorio.

Una novità importante del progetto, illustrata dal responsabile del distretto di Ghilarza-Bosa Dott. Francesco Pes, dalla responsabile delle Cure Primarie dello stesso distretto Dott.ssa Angela Camboni e dal Direttore delle Professioni Sanitarie della Asl 5 Dott. Angelo Piras, è legata alla realizzazione della rete dei servizi di cure primarie. Tale rete si concretizza nella creazione di un ambulatorio integrato dove lavoreranno congiuntamente medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici di continuità assistenziale e specialisti ambulatoriali al fine di rispondere in maniera più adeguata ai bisogni della popolazione affetta da patologie croniche. Il servizio ha lo scopo di realizzare una sorta di “filiera della salute” a cui il paziente potrà rivolgersi per le più diverse necessità, dalla visita generica all'esame specialistico fino all'assistenza sociale. Una grande opportunità per il cittadino che troverà concentrati professionalità e prestazioni in un unico punto e potrà ricevere una risposta alle proprie esigenze non solo negli orari di apertura dell'ambulatorio del proprio medico di famiglia, ma in un raggio temporale più esteso. La prima fase sperimentale di tale progetto, che sarà attuato anche in altri comuni della provincia di Oristano, prevede l'apertura di un ambulatorio H16 presso l'ospedale “Mastino” di Bosa, ma grazie alla collaborazione e all'alternanza tra i professionisti, si punta a coprire in futuro l'intero arco delle 24 ore giornaliere. A tale riguardo è inoltre intervenuto il rappresentante sindacale della FIMMG Dott. Alessandro Usai che ha partecipato insieme ai medici di medicina generale alla stesura delle linee guida dell'ambulatorio H24.

Altra grossa novità per il Mastino è la proposta di attivazione, al secondo piano dell'ospedale, di un servizio di cure intermedie dotato di 15 posti letto. In sostanza, come ha spiegato il Direttore Sanitario dell'Azienda Sanitaria n.5 Dott. Andrea Ruiu, il servizio prenderà in carico i casi che non necessitano di un trattamento ospedaliero per acuti, per i quali un ricovero ordinario sarebbe inappropriato, ma che non sono ancora completamente stabilizzati ed in grado di poter fare rientro a casa. In questi casi – per lo più si tratta di anziani e persone che hanno bisogno di un periodo di riabilitazione più o meno prolungato – la risposta più appropriata è quella delle cure intermedie, che richiedono un'intensità di prestazioni e di interventi inferiore a quella di un reparto ospedaliero, ma garantiscono al paziente un'assistenza piena, continuativa e qualificata, perfettamente rispondente alle sue esigenze. «Si tratta di un modello sperimentale di integrazione ospedale – territorio che può rappresentare un punto di riferimento per la nostra sanità regionale» commenta il Direttore dei Presidi Ospedalieri Dott. Nicolò Orrù. «Il servizio sarà garantito grazie alla condivisione del lavoro di medici di medicina generale, medici ospedalieri, infermieri e operatori socio-sanitari».

Già in corso di realizzazione, sempre all'ospedale “Mastino”, il progetto di integrazione ospedale – territorio che prevede la costruzione del Centro Dialisi che sarà situato all'interno dell'edificio adiacente al nosocomio, in precedenza occupato dalle suore ed attualmente inutilizzata. La struttura, dotata di sei posti rene, sarà in grado di soddisfare in loco le esigenze di quei pazienti della Planargia che, per sottoporsi alla dialisi, devono oggi affrontare periodicamente scomode trasferte.

La riorganizzazione dei servizi sanitari, in un'ottica di continuità delle cure, integrazione ospedale-territorio e presa in carico globale del paziente in modo coordinato e congiunto da parte dei professionisti, prevede fra l'altro la realizzazione di ulteriori progetti: le Case della Salute a Bosa, Terralba, Ales, Laconi e Mogoro; le cure domiciliari nei Distretti di Oristano, Ales-Terralba e Ghilarza-Bosa rivolte a persone di ogni età non autosufficienti e/o in condizioni di fragilità; la costituzione di una rete di prestazioni riabilitative che partendo dall'ospedale San Martino di Oristano si estende ai presidi ospedalieri di Ghilarza e Bosa e che sarà completata dalla altre strutture territoriali aziendali e dall'offerta delle strutture private accreditate presenti nel territorio.

Presenti all'incontro di sabato anche i componenti del tavolo regionale per la riqualificazione delle cure primarie: il coordinatore del tavolo Dott. Pino Frau ha spiegato che per costruire un nuovo modello delle cure primarie è fondamentale ascoltare i territori e gli attori in essi coinvolti.

C'è poi un altro aspetto affrontato nel corso dell'incontro: la necessità di una stretta integrazione tra comparto sanitario e sociale. A tal proposito proposito è intervenuto il responsabile del servizio sociosanitario della Asl 5 Dott. Gianfranco Pitzalis che ha rimarcato l'importanza di un lavoro di integrazione socio-sanitaria incentrato sul cittadino e ha proposto la possibilità di finanziare attraverso i fondi del PLUS la realizzazione a Bosa di un progetto di mobilità sociale già sperimentato con successo nel distretto di Oristano. Nello specifico il servizio consiste nel mettere a disposizione dei pazienti un bus navetta che li accompagni all'ospedale e li riporti al domicilio.

Altrettanta importanza è stata dedicata al mondo del volontariato. A tale riguardo è intervenuto il presidente dell'associazione volontari ospedalieri sezione provinciale di Oristano Dott. Sergio Locci che ha ringraziato il Commissario Straordinario Maria Giovanna Porcu per l'attenzione rivolta alle associazioni di volontariato in questo momento di cambiamento. «Il nuovo modello organizzativo - commenta Locci – deve essere orientato all'ascolto del bisogno del paziente attraverso il quale il soggetto esprime un disagio e reclama un aiuto. La salute non deve essere intesa solo come “il dare una cura”, ma anche come il bisogno di una carezza e di una presenza accanto».

Il sindaco di Bosa Prof. Luigi Mastino, infine, ha voluto richiamare l'importanza del coinvolgimento del territorio nel processo di riorganizzazione dei servizi socio-sanitari. «E' necessario cambiare il modello tradizionale di assistenza per migliorare l'efficienza e l'efficacia, per farlo occorre un alto livello di condivisione tra la ASL e il territorio».

A conclusione dell'evento, dopo la sessione plenaria in cui è emerso l'entusiasmo dei professionisti nel portare avanti un progetto ricco di opportunità, si è tenuta la visita guidata presso l'ospedale “Mastino” di Bosa.


Un momento della visita all'ospedale Mastino di Bosa
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