La Asl di Oristano all'incontro della Rete nazionale per l'integrità

L'evento si è tenuto il 5 e 6 novembre ad Avigliana (To) alla presenza di Don Luigi Ciotti, promotore del progetto “Illuminiamo la salute”.

ORISTANO, 13 NOVEMBRE 2014 – Anche la Asl 5 ha partecipato al secondo incontro della Rete Nazionale per l'Integrità “Illuminiamo la salute”, che si è tenuto gli scorsi 5 e 6 novembre alla Certosa di Avigliana (Torino). La Rete, a cui l'Azienda sanitaria oristanese ha aderito nel luglio scorso, è nata dalla volontà, da parte delle associazioni Libera e Gruppo Abele, fondate dal prete antimafia don Luigi Ciotti, Avviso Pubblico e Coripe Piemonte, di realizzare un sistema sanitario “pulito”.

Oltre a don Ciotti, anima del progetto “Illuminiamo la salute”, alla due giorni hanno partecipato fra gli altri Nicoletta Parisi, dell’Agenzia Nazionale Anticorruzione (ANAC), Claudio Tomasini, esperto in applati e forniture proveniente dalla Regione Piemonte, e il presidente dell'Iren Emilia Raphael Rossi, che ha portato la propria esperienza professionale e personale di ribellione alla corruzione. Per la Asl 5, presenti all'evento sono stati il Direttore Amministrativo Maria Giovanna Porcu, la Responsabile aziendale della prevenzione della corruzione Antonina Daga e la componente del comitato di supporto per l'applicazione del Piano anticorruzione Rosalba Muscas.

Il tema specifico trattato sono stati gli appalti e l’acquisto dei beni nel settore sanitario e sociale italiano. E' stato fatto il punto sulla applicazione dei Piani per la Prevenzione della Corruzione nelle singole aziende sanitarie che aderiscono alla Rete. Sono state poi analizzate sulle strategie e lo stato di applicazione degli stessi Piani anticorruzione nelle Aziende sanitarie: il documento elaborato dalla Asl di Oristano, illustrato dalla responsabile Antonina Daga, è stato citato ed analizzato, accanto a quello dell'Azienda Ospedaliera dell'Ordine Mauriziano di Torino, come modello nazionale per l'avanzato grado di sviluppo. Il Piano, approvato nel luglio 2013 dalla Asl oristanese, prima azienda sanitaria in Sardegna a licenziarlo, nato sulla scorta delle direttive della legge 190 del 2012, ha infatti dato l'avvio a una serie di azioni e di procedimenti mirati a rendere più trasparenti le zone grige dell'amministrazione.

«Ci stiamo muovendo su due linee di attività - ha spiegato il Direttore Amministrativo della Asl 5 Maria Giovanna Porcu - la prima è quella della formazione del personale per ciò che riguarda la normativa anticorruzione, la seconda è quella dell'innovazione: vogliamo introdurre principi e regolamenti che favoriscano la rotazione degli incarichi, in modo da evitare la formazione di centri di potere, mappare attentamente le aree a maggiore rischio corruzione, dagli appalti ai concorsi, e mettere in atto una serie di attività per eliminare questi rischi».

«Il nostro obiettivo – ha proseguito la dottoressa Porcu – è quello di promuovere l'integrità all'interno della nostra Azienda, andando oltre la mera applicazione burocratica della legge 190 del 2012 per la prevenzione della corruzione. Siamo convinti che sia necessario un cambiamento culturale e organizzativo per combattere tutte le forme di opacità, illegalità, corruzione, e che tale cambiamento possa incidere positivamente sulla qualità dei servizi e delle prestazioni che offriamo agli utenti. In questo senso – ha aggiunto il Direttore Amministrativo della Asl 5 di Oristano – il modello della Rete contro la violenza sulle donne e i minori, già collaudato nella nostra provincia, potrebbe essere replicato anche nella creazione una Rete interistituzionale contro la corruzione».
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