Sedilo, accertato un caso di Blue Tongue

pecora
Le analisi confermano la positività al virus della febbre catarrale ovina su un ariete deceduto nelle scorse settimane.

ORISTANO, 9 OTTOBRE 2014 – Primo caso confermato di Blue Tongue in provincia di Oristano nel 2014. Si tratta di un ariete appartenente a un gregge di Sedilo deceduto poche settimane fa con alcuni dei sintomi tipici della Febbre catarrale ovina. A mettere in allerta i veterinari del Servizio di Sanità Animale della Asl 5 di Oristano erano stati l'edema labiale e lo scolo nasale, comuni negli animali che contraggono la malattia, e questo li aveva indotti a compiere tutti gli accertamenti del caso per verificare l'effettiva causa del decesso. «Abbiamo inviato all'Istituto Zooprofilattico di Teramo (istituto nazionale di riferimento per la malattia, ndr) gli organi dell'animale – spiega Antonio Montisci, responsabile del Servizio di Sanità Animale della Asl oristanese – lì è stata compiuta la ricerca del PCR, ovvero del DNA virale, ed oggi ci sono stati comunicati i risultati: è emerso che l'ariete era effettivamente affetto da sierotipo 1 del virus della Blue Tongue, sierotipo che è quello contro cui stiamo attualmente vaccinando i capi ovini».

«L'animale era stato vaccinato tre giorni prima del decesso, ma dato che l'antidoto ha bisogno di 21 giorni per riuscire a immunizzare l'animale, non ha in pratica avuto il tempo di svolgere la sua funzione» chiarisce Montisci. Quello che le analisi possono escludere con certezza è che si sia trattato di un incidente vaccinale, come si poteva ipotizzare in un primo momento: «Alla luce dei referti arrivati da Teramo, possiamo dire con sicurezza che l'ariete non è morto per un effetto collaterale del vaccino, perchè quello attualmente utilizzato è un vaccino spento, ovvero il virus non è presente, mentre nell'animale di Sedilo è stato rinvenuto il virus».

«Questo caso, che resta per ora il primo e unico caso registrato in provincia di Oristano quest'anno, ci indica che la circolazione virale della Blue Tongue è ancora presente nella nostra provincia e che la vaccinazione è necessaria, ma anche che sta funzionando – conclude il responsabile del Servizio di Sanità Animale – Lo scorso anno, in cui le greggi non sono state vaccinate, abbiamo avuto oltre 1200 focolai di Febbre catarrale ovina, con più di 27.000 pecore morte, mentre quest'anno abbiamo finora registrato un solo caso: il merito è della vaccinazione. Invitiamo dunque gli allevatori ad aderire alla campagna di prevenzione, anche perchè ricordiamo che, diversamente dal passato, oggi si tratta di un vaccino spento e dunque più sicuro per le greggi».
Condividi su: