Violenza sulle donne, nasce la Rete interistituzionale

Lunedì 25 firma del Protocollo d'intesa interistituzionale e inaugurazione della mostra “In genere la parità è meglio”.

ORISTANO, 22 NOVEMBRE 2013 – In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che si celebrerà il prossimo lunedì 25 novembre, fa il suo esordio ufficiale la Rete interistituzionale contro la violenza sulle donne e i loro figli minorenni della provincia di Oristano.

A farne parte sono Azienda Sanitaria Locale n.5, capofila della Rete, Prefettura, Procura della Repubblica, Tribunale, Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni di Cagliari, Tribunale per i Minorenni di Cagliari, Questura, Comando Provinciale dei Carabinieri, Provincia, Comune di Oristano, Centro antiviolenza “Donna Eleonora”, Plus dei distretti di Oristano, Ales-Terralba e Ghilarza-Bosa, Ufficio scolastico provinciale, Ordine degli Avvocati, Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia, Radio Cuore.


FIRMA DEL PROTOCOLLO INTERISTITUZIONALE

L'atto ufficiale di costituzione della Rete sarà la firma del protocollo d'intesa, che verrà sottoscritto dai rappresentanti istituzionali degli Enti partecipanti lunedì 25 novembre alle ore 17.30 presso la sede della Prefettura di Oristano.

A presentarlo sono stati questa mattina in via Carducci il manager Asl Mariano Meloni, il Direttore Amministrativo Maria Giovanna Porcu, il direttore sanitario Orlando Scintu, il viceprefetto Paola Dessì, l'assessore alle Politiche sociali della Provincia di Alessandro Murana, quella dei Servizi sociale del Comune di Oristano Maria Obinu, il colonnello dell'Arma dei Carabinieri Ivan Giorno, il vicequestore aggiunto Salvatore Gaspa, il rappresente dell'Ufficio Scolastico Provinciale Emilio Chessa.

L'accordo, che sancisce i rispettivi ruoli ed impegni che i partecipanti prendono rispetto al fenomeno della violenza sulle donne e i minori, arriva a due anni dalla firma del Protocollo regionale sullo stesso tema, sottoscritto a Cagliari il 25 novembre 2011. Due anni durante i quali le istituzioni e gli enti della provincia di Oristano, sotto il coordinamento della Asl 5 di Oristano, hanno lavorato a stretto contatto per arrivare a un documento condiviso.

«Il protocollo – ha chiarito il Direttore Generale Mariano Meloni – è finalizzato a dare gambe all'intesa stipulata a livello regionale: grazie a questa firma, che rappresenta un importante punto fermo, tutti i soggetti istituzionali coinvolti nella gestione del problema dal punto di vista sanitario, sociale, legale e culturale, potranno unire le forze per dare risposte concrete alle donne che subiscono violenza ed ai loro figli. La somma della Rete è superiore a quella dei singoli».

Tre le leve su cui si muoverà il lavoro della Rete: quello della formazione degli operatori che, nei diversi ambiti, si interfacciano con le vittime; quello delle procedure e delle azioni da mettere in campo per prevenire, assistere e prendere in carico chi subisce violenza di genere; quello dell'informazione, mirata non solo a combattere il fenomeno dal punto di vista culturale, ma anche a fornire alle donne che hanno necessità di un supporto i punti di riferimento disponibili nel territorio.

«E' necessario pensare al momento successivo alla denuncia – ha dichiarato il Direttore Amministrativo della Asl, Maria Giovanna Porcu, coordinatrice del tavolo di rete – creando dei centri intermedi chi subisce violenza possano essere accolte con i propri figli. Ed è necessario anche pensare al loro reinserimento lavorativo». Un aspetto, questo, ripreso dall'assessore Maria Obinu, che ha evidenziato come il Plus di Oristano stia lavorando per riservare una quota di posti di lavoro previsti nei prossimi bandi alle donne vittime di maltrattamenti e abusi, perché al dramma della violenza non si sommi quello della disoccupazione».

«Il protocollo è un momento importante che contribuisce a scardinare un tabù culturale: il contributo della Provincia, in questo senso, proseguirà in questo importante lavoro di Rete» ha affermato Murana, mentre Chessa ha dichiarato che il tema sarà posto nell'agenda della possima Consulta studentesca.

«Questa firma sancisce un lavoro importante che è stato condotto in questi anni – ha sottolineato il viceprefetto Dessì – e che ci ha portato ad elaborare un documento condiviso, che sarà il punto di avvio di una collaborazione fra i vari soggetti che prendono in carico la donna». Una collaborazione la cui importanza è stata rimarcata anche dalle forze dell'ordine: «Lavorando in rete non opereremo più a compartimenti stagni, nei limiti delle nostre competenze, ma potremo raccordarci per dare alla donna un'assistenza completa». Un concetto, questo, condiviso dal vicequestore Gaspa, che ha portato al tavolo l'apprezzamento del questore Piernicola Silvis per un lavoro di Rete al quale anche la Questura ha dato il suo fondamentale contributo.

Sull'aspetto culturale della violenza ha invece posto l'accento la rappresentante della Commissione Equità e Pari Opportunità del Comune di Oristano Maria Lucia Mocci, mentre Vanna Fenu, giornalista di Radio Cuore, emittente radiofonica che ha contribuito ai lavori della Rete, ha sottolineato che l'esigenza di un raccordo forte tra le istituzioni è nato dall'urgenza e dall'emergenza che il tema della violenza sulle donne ha posto e che, vista la straordinarietà del fenomeno è necessario rispondere con strumenti straordinari e con modalità e tempi all'altezza della situazione.


MOSTRA “IN GENERE LA PARITA' E' MEGLIO”

Dopo la firma del protocollo d'intesa, sempre nella giornata di lunedì 25 presso la Pinacoteca dell'Hospitalis Sancti Antoni di Oristano, alle ore 18.00, sarà inaugurata la mostra degli elaborati delle scuole primarie e secondarie della provincia di Oristano partecipanti al concorso-premio “In genere la parità è meglio” indetto dalla Asl 5 in collaborazione con l'Ufficio scolastico provinciale nell'anno scolastico 2012/2013 e dedicato alla memoria della dottoressa Roberta Zedda, uccisa a Solarussa nel 2003 durante il turno di guardia medica,

La mostra, organizzata dall'Azienda Sanitaria oristanese in collaborazione con il Comune di Oristano e l'associazione culturale Memento Arte Oristano (Mao), raccoglie 23 lavori di varia natura – collage, disegni, sculture, racconti, video, fotografie – che gli studenti appartenenti a diversi centri della provincia hanno prodotto sul tema della violenza di genere. «La cura delle vittime non è l'unico fronte su cui occorre muoversi – afferma la dottoressa Porcu – altrettanto importante è l'aspetto della prevenzione di un fenomeno che ha costi sociali e sanitari altissimi: il concorso per le scuole primarie e secondarie, da cui sono scaturiti messaggi forti e importanti, ha avuto questo obiettivo: invitare le giovani generazioni a operare una rivoluzione culturale rispetto alla concezione della donna come un oggetto, una distorsione che può avere derive drammatiche».

L'esposizione sarà visitabile fino a venerdì 29 novembre, tutti i giorni dalle ore 10.30 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 19.30.

Scarica il manifesto della mostra [file.pdf]

DAL SINGOLO ALLA RETE

Per fronteggiare il fenomeno, l'Azienda Sanitaria oristanese ha approvato circa un anno fa la procedura aziendale per la gestione delle vittime di violenza, che definisce, codifica e uniforma il percorso che la donna o il minore che hanno subito violenza seguono a partire dal momento dell'accesso alle strutture sanitarie fino all'avvio di un progetto individuale di intervento. Nessuna azione degli operatori sanitari, dall'accoglienza in un ambiente riservato e confortevole fino alla raccolta e conservazione delle eventuali prove per sporgere denuncia, secondo il protocollo d'intervento deve essere lasciata al caso, perché ogni singolo passaggio viene codificato e inserito in una precisa catena di azioni che chi prende in carico la vittima è tenuto a compiere. Obiettivo finale è quello di non lasciare soli né la donna né i minori di fronte al dramma di una violenza subita, ma di garantire loro non solo un'assistenza sanitaria, ma anche un sostegno psicologico e un supporto legale adeguati.

Grazie alla sottoscrizione del documento d'intesa sarà ora possibile compiere un importante passo in avanti e garantire un'assistenza a 360 gradi, perché la procedura, finora solo di tipo socio-sanitario, sarà allargata a tutti i componenenti della Rete interistituzionale, con i quali sono già allo studio le forme di collaborazione e coordinamento. Il percorso di assistenza alle vittime, cioè, non si fermerà all'interno delle strutture, ma proseguirà, estendendosi all'assistenza psicologica, legale, sociale, fornita dai vari firmatari del protocollo.

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